domenica 14 ottobre 2007

Agnellotti miei


Noi li chiamiamo agnellotti. Sono dei ravioli con ripieno di carne e spinaci. Quest'anno ho voluto aggiungere anche la ricotta e ti dirò che ora ce la metterò sempre.
La carne, polpa di maiale magrissima, viene fatta cuocere, con il coperchio, a pezzi con burro e pepe in una pentola dal fondo spesso per tutto il pomeriggio a fuoco bassissimo ( io metto la piastra elettrica a 1). Poco prima di toglierla si condisce con il sale, poi si passa al tritacarne due volte, insieme ad un po' di mortadella (poca) , si uniscono gli spinaci
( solo le foglie tenere, senza gambo) appena sbollentati e tagliati fini con il coltello, uno o + rossi d'uovo secondo la quantità della carne, e un po' di ricotta di pecora , fino ad ottenere un impasto morbido ma non appiccicoso. Si aggiusta di sale e pepe , una punta di noce moscata, poi si amalgama bene il tutto.
Per fare la pasta uso una farina 00 , così la sfoglia viene molto sottile, dato che in parte è sovrapposta, altrimenti in quel punto rimane
un po' troppo consistente .
Poi vengono lessati in abbondante acqua salata e conditi con un sugo di vitello e agnello + un pezzetto di polpa di maiale, oltre al guanciale del soffritto iniziale (con cipolla, carota , sedano + foglia d'alloro e timo, da aggiungere dopo aver messo il pomodoro) .
Questo sugo si fa bollire per ore fino a che assume un colore e un sapore
particolare. E' il sugo degli agnellotti, insomma.
In genere questo primo riscuote grande successo e c'è "gente" di mia conoscenza che ne prende sempre due piatti.
Il fatto che siano così allineati poi, è una necessità, dovuta al fatto che così si contano meglio e subito : basta sapere quanti ne hai messi per ogni fila e poi moltiplichi per il numero delle fila e vedi subito se bastano a "sfamare" la tribù.
Inoltre, messi in questo modo, occupano poco spazio e alla necessità li puoi trasportare altrove, dato che stanno sopra
una tavola di legno.
Secondo me , un primo di pasta ripiena, è sempre ben accetto e caratterizza tutto il pranzo.

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